Io sto con Cassano! Ecco perchè….

Io sto con Cassano. La vicenda di Verona ha dimostrato ancora una volta quanto Antonio sia un ragazzo non stereotipato. E’ sempre stato l’istinto a guidarlo in campo e fuori. In campo ha sempre prevalso la fantasia e il talento puro, nella vita il suo cuore grande. Molti lo criticano perchè avrebbe potuto fare di più (nel calcio), ma i suoi detrattori non hanno mai capito che i talenti spesso sono il frutto di una ambivalenza caratteriale non addomesticabile che, forse, potremmo cristallizzare con il nome di istinto. Istintivamente ha dribblato mille avversari così come istintivamente ha fatto mille assist e gol, istintivamente ha detto prima sì al Verona, poi no, e poi ancora sì. La sua unica guida è stata l’amore per il calcio, quello che lui sa esprimere e che gli altri possono solo stare a osservare seduti in una comoda poltroncina in tribuna sentenziando che Antonio “ha dato un calcio alla sua carriera”. Eh no ragazzi. Cassano ha dimostrato che nel calcio non serve essere dei robot, non servono le ore di palestra, non serve andare a letto presto. Giocano a calcio, al grande calcio, solo i talenti. Staranno sorridendo le conventicole di perbenisti, ma sono proprio loro il male de calcio. I perbenisti riducono il calcio a numeri, soldi, trofei vinti, presenze in nazionale, ecc. Non sanno cogliere il particolare, il momento, l’atto sublime di una giocata superiore alla norma. A me basta un gol di Cassano per considerarlo un campione. Bastò quello fatto contro l’Inter quando ancora era uno scugnizzo dei quartieri popolari di Bari per capire che era nato un campione. Perchè Cassano non deve essere preso a modello, non deve essere proprio imitato. Sarebbe tempo perso per tutti quei ragazzini che vogliano giocare a calcio, ma non possiedono neppure un pizzico di talento. Io sto con Cassano anche quando dice o fa le sue “cassanate”. Gliele perdono tutte, perchè sono un suo fan da sempre e i fan, come i genitori, sanno capire e perdonare. Concludendo, ricordo che questo calciatore ha già 35 anni e, pur combattuto nella scelta se continuare a giocare oppure no, alla fine ha capito che “quel calcio al talento (suo)” non è ancora giunta l’ora di darlo, ha capito che il suo talento va di nuovo assecondato, annaffiato come un fiore, voluto bene (è vero che avrebbe potuto volergli più bene). E io, caro Antonio, verrò ancora a vederti giocare per imparare a saper riconoscere il talento nei ragazzi che seguo come procuratore sportivo. Per chiudere davvero, lunga vita calcistica ad Antonio Cassano. E cerchiamo tutti di volergli un po’ di bene, perchè i talenti vanno coccolati, amati e anche omaggiati! Io sto con Cassano! E voi?

Jean-Christophe Cataliotti

Corso “I segreti dell’osservatore di calcio” (I livello) a Reggio Emilia