L’Atalanta mette la freccia e vede le stelle! E la Juventus?
18 aprile 2021 Atalanta vs Juventus (foto fonte: calciomercato.com)
Analisi della partita e pagelle:
Non si ferma più la Dea, devastante, dopo vent’anni dall’ultima volta prende tre punti contro la Juventus, che invece è sempre più in difficoltà e che adesso rischia di essere assaltata da chi arriva da dietro.
La partita è di quelle importanti, di quelle che possono influenzare in maniera importante una stagione, e le squadre lo sanno. Si nota subito infatti un atteggiamento giudizioso da parte di entrambe le compagini anche se la Juve sembra partire meglio, aggressiva e molto precisa dietro, con Chiellini e De Ligt limitano nel miglior modo possibile il duo colombiano Zapata – Muriel
Nonostante ciò, l’Atalanta non rischia mai veramente più di troppo, complice anche una grande prestazione del reparto difensivo, che non risente esageratamente dell’assenza di Romero, ma trova un gran Palomino.
Nonostante ciò, i bergamaschi fanno difficoltà ad imporre il loro gioco come solitamente accade e hanno la loro più grande occasione sul mancino di Pessina sporcato dal polpaccio di De Ligt, la Juve dal canto suo ne approfitta gestendo la partita e creando pericoli principalmente con i suoi contropiedisti, su tutti Rabiot, Dybala e la costante spinta dalla destra di Cuadrado creando le occasioni migliori, una su tutte quella di Morata al 34’.
L’occasione del centravanti spagnolo è però soltanto un episodio isolato perché nessuna delle due squadre si scompone. In breve, le fasi difensive emergono di più rispetto alle fasi offensive.
Nel secondo tempo cambia lo spartito della partita, entrambe tornano in campo con la convinzione e la voglia di portare a casa tre punti che sarebbero di vitale importanza, e questo cambio di atteggiamento si nota anche da casa, con continui ribaltamenti di fronte in campo, anche se le occasioni più importanti cominciano ad arrivare dopo l’ora di gioco, prima con Muriel che con un tiro a giro sfiora l’incrocio, e poi il suo compagno di reparto Zapata che dopo aver preso il tempo e staccato di testa non trova lo specchio della porta.
I cambi poi danno ancora maggiore vivacità al match, Pirlo getta nella mischia Kulusevski e Arthur, che a differenza dello svedese non ha un buon impatto sulla sfida, mentre Gasperini inserisce Ilicic e Malinovskyi.
E sono proprio i due fantasisti dell’est che portano una folata di freschezza alla Dea, perché con loro due in campo l’Atalanta comincia a produrre gioco offensivo e occasioni pericolose e proprio dal mancino dell’ucraino parte una conclusione violentissima su punizione che costringe Szczesny a volare e smanacciare in corner.
La Juventus sembra non averne più mentre l’Atalanta sente la possibilità di fare il colpaccio. Colpaccio che si materializza proprio grazie ai due neoentrati, dal calcio d’angolo nato dalla punizione di Malinovskyi, Ilicic serve l’ucraino che lascia partire una botta da fuori di mancino che grazie ad una fortuita deviazione di Alex Sandro che mette fuori causa il portiere juventino e fa esplodere la gioia dell’Atalanta.
I bianconeri non hanno la forza di reagire al colpo subito e nonostante i tre minuti di recupero, non riescono a riacciuffarla.
Termina dunque con una vittoria di capitale importanza in chiave lotta Champions per la Dea, che adesso si porta a due punti dal secondo posto occupato dal Milan. Un’Atalanta che sembra indomabile nell’ultimo periodo, con nove vittorie nelle ultime dieci, uscendo sconfitta, pur con onore, solo da San Siro contro l’Inter. Gasperini che può dirsi più che soddisfatto della sua squadra che oggi ha mostrato anche una grande maturità, oltre al fatto di essere capace di vincere big match anche soffrendo e senza dover necessariamente fare la partita.
Juventus che invece inciampa nuovamente, a distanza da tre settimane dalla sconfitta contro il Benevento, che oggi ha perso in casa della Lazio che adesso è potenzialmente a meno uno dalla Juve, mentre in mezzo tra le due c’è il Napoli. La Vecchia Signora adesso deve badare a chi arriva da dietro per non trasformare quella che doveva essere una stagione di transizione in una disastrosa, rimanendo fuori dall’Europa dei grandi. Probabilmente si è sentita anche l’assenza del capocannoniere del nostro campionato, ma non va trovato per forza un alibi ad una squadra che quest’anno è parsa fin troppo discontinua per l’obiettivo a cui ambiva e priva di idee di gioco e che quest’anno ha spesso sbagliato anche quelle partite che nelle scorse nove stagioni erano state quelle su cui aveva costruito le sue vittorie.