Enigma Bernardeschi: duttilità tattica o mancanza di identità? Juve, decidi!

Dopo una stagione “a spasso per il campo” (giocando come ala, centrocampista, trequartista e terzino), in Nazionale Bernaredeschi ritrova slancio e identità tattica. Il suo impiego alla Juve, invece, resta un enigma. Un enigma costato 40 milioni, però, che, col giocatore in scadenza nel 2022, la società deve affrettarsi a sciogliere.
Tanti gettoni, tanti ruoli. Nella confusa annata juventina, una cosa è certa: Bernardeschi, nelle sue 4 stagioni Torino, non aveva mai giocato con tanta continuità. Finora l’esterno bianconero, graziato dal Covid e quasi mai impensierito da infortuni seri, ha collezionato 35 presenze (contro le 38 totali della passata stagione). Ma è altrettanto vero che il classe 94 avrebbe potuto giocare meglio le sue carte. Il suo bottino ad oggi, infatti, è piuttosto deludente: 0 gol e appena 3 assist. A sua discolpa, però, va detto che il maggior
impiego rispetto alle passate stagioni non ha coinciso con una maggiore continuità tattica, anzi! Pirlo, infatti, o per necessità o per eccesso di sperimentalismo, lo ha spesso cambiato di ruolo. Nei suoi 35 gettoni
stagionali Berna ha giocato da trequartista (1 volta in Champions League nell’andata contro la Dinamo Kiev), da ala (12 volte), da centrocampista (17 volte), e in 5 circostanze addirittura da terzino sinistro. Però
da qualsiasi lato (o per meglio dire da qualsiasi parte del campo) la si guardi, la verità è che Bernardeschi non ha mai fatto la differenza in nessuno di questi ruoli.
L’interrogativo. Diverso, invece, il discorso in Nazionale. Per Mancini, che lo ha sempre schierato da ala, Bernardeschi è diventato un punto fisso. E il maggior feeling con la maglia azzurra è confermata dai numeri:
3 gol in 14 presenze con la Nazionale di Mancini contro i 10 gol nelle 143 presenze in bianconero. Mancini sembra avere le idee chiare sul ragazzo (quasi sicuramente infatti il toscano farà parte della spedizione europea). Adesso tocca alla Juventus prendere una decisione, soprattutto con l’avvicinarsi della scadenza del contratto (estate 2022). Per il giocatore, approdato a Torino nella stagione 2017/2018, la Juventus aveva versato ben 40 milioni nelle casse della Fiorentina e oggi, dopo quattro stagioni al di sotto delle aspettative (e dell’investimento), il valore del suo cartellino sembra essersi dimezzato (20 milioni secondo Transfermarkt.it). Quindi, per la Juventus di domani (ancora tutta in divenire) il Berna “tuttofare” è sinonimo di duttilità tattica o di mancanza di identità? E’ questa la domanda a cui la società bianconera deve rispondere, e in fretta.

di CHIARA SACCONE