‘Nostro figlio è un piccolo Messi, ma l’allenatore non lo fa giocare perché è troppo basso!’

Fonte: Lettere a un procuratore (www.calciomercato.com)

Gentile Procuratore,

sono la mamma di un ragazzino che gioca a calcio nonostante il parere contrario di molti addetti ai lavori; ciò in quanto è stato diagnosticato a nostro figlio, che ha solo 10 anni, un importante disturbo della crescita e questo problema si ripercuote negativamente sulla sua vita calcistica. Il Mister non vuole esporre nostro figlio a brutte figure in campo (così almeno si giustifica) e quindi lo fa giocare con il conta gocce. Non penso sia giusto che una società di calcio metta alla gogna nostro figlio solo per una questione di centimetri. Aggiungo, ed è forse il motivo che mi ha spinto a scrivere questa breve email, che un osservatore di una squadra professionistica si è avvicinato sugli spalti per avere informazioni su nostro figlio, a suo parere molto dotato calcisticamente per tecnica, coordinazione e velocità. La sera abbiamo festeggiato questa bella notizia, illudendoci di avere in casa un piccolo Lionel Messi al quale fu diagnosticato più o meno lo stesso disturbo. Lei cosa ne pensa? Maria Valeria ’74

Gentile Signora,

a Messi fu diagnosticato in età preadolescenziale un disturbo della crescita risolto attraverso la somministrazione dell’ormone GH: è una storia ormai nota che può e deve essere di stimolo per tutti i ragazzi affetti da questi disturbi, che siano calciatori o meno. Venendo alla situazione del ragazzo, consiglierei, per prima cosa, di tentare di capire se anche il disturbo di vostro figlio possa trovare una soluzione positiva. Sotto il profilo calcistico, guarderei il bicchiere mezzo pieno (gli apprezzamenti tecnici di un osservatore professionista) e non quello vuoto (il Mister che impiega con il conta gocce vostro figlio), anche perché se un osservatore di una squadra professionistica ha reputato vostro figlio un ragazzino già dotato calcisticamente per tecnica, coordinazione e velocità, poco importa se il Mister attuale non lo impiega con il giusto minutaggio (1 tempo però gli va garantito, norme alla mano!): potrà, infatti, cambiare squadra la prossima stagione e, magari, approdare proprio in quella professionistica che ne ha tessuto le lodi. Da parte mia l’augurio che tutto si possa risolvere, prima la salute però!

Jean-Christophe Cataliotti