“Non sono bella e famosa come Wanda, ma voglio la procura di mio marito”
Caro Procuratore,
mi chiamo Silvia, ho 27 anni, e sono la moglie di un calciatore di serie C. Chiedo delucidazioni in merito a recenti notizie apparse sui giornali e su internet sulla futura riforma riguardante il mondo dei procuratori. Ho, infatti, letto che la FIFA vorrebbe reintrodurre la figura degli agenti FIFA con relativo esame. E fino a qui ci sta. Il problema, almeno per me, è che ho appreso che dovrebbero sostenerlo anche i parenti dei calciatori per poter assistere il calciatore familiare di turno. Si fa tanto baccano su Wanda Nara Icardi che “poverina” sarà “costretta” a dare un esame per continuare ad assistere il marito, ma non si parla di chi, come la sottoscritta, si troverà nella stessa situazione. E’ chiaro: non sono bella, ricca e famosa come la mia “collega”! Però chiedo: perché rischio di dover dare un esame per rappresentare gli interessi di mio marito? Si sta passando dal nulla (mi riferisco alla recente liberalizzazione dell’attività!) al troppo, costringendo mogli, fratelli e genitori dei calciatori a studiare per diventare agenti….”Il miglior procuratore”, mi dice sempre mio marito, “è la persona più vicina al calciatore!” E lui vuole solo me! Silvia di Ivrea
Gentile Silvia,
non penso che accadrà quello che lei teme possa accadere. E’ vero, tuttavia, che in questi giorni si è parlato della possibilità che l’attività dei procuratori venga nuovamente riformata a livello internazionale con la previsione di introdurre l’obbligo anche per i parenti dei calciatori di sostenere un esame di idoneità. Qualcuno ha anche scritto che in questo modo si tornerebbe al passato. Ma non è così! I parenti dei calciatori sono sempre stati abilitati – anche dalla stessa FIFA – ad assistere i calciatori senza conseguimento del patentino di agenti FIFA! Secondo me, anche in caso di riforma, rimarrà il suddetto esonero . E’ evidente che se, ad esempio, il papà o la moglie di un calciatore volessero tutelare gli interessi di altri calciatori allora in quel caso sarebbero tenuti a regolarizzare la loro posizione! Ma vediamo in passato che cosa prevedevano le norme sul tema da lei affrontato:
La FIFA fino al 2015 nel proprio regolamento disponeva, all’art. 4, comma 1, quanto segue: “I genitori, i fratelli o il coniuge del calciatore possono rappresentarlo nella conclusione o rinnovo di un contratto di lavoro”.
Norma poi adottata anche dal regolamento italiano che, all’art. 5, recitava: “Il calciatore può farsi assistere dal genitore, dal fratello o dal coniuge e comunque concludere un contratto di prestazione sportiva senza l’assistenza di un agente. Di tali circostanze deve essere fatta espressa menzione nel contratto di prestazione sportiva”.