“Mio figlio vuole diventare come Ronaldo, ma costa troppo per la Serie A”. Per il solito problema del premio di preparazione…
Gentile Procuratore,
sono il papà di un giovane calciatore del 2004 che sogna di diventare forte come Ronaldo. E’ il suo sogno, non il mio né quello di mia moglie! Ma abbiamo un problema enorme che non sappiamo assolutamente come risolvere. Ci siamo rivolti a tutti, anche ad altri avvocati e procuratori. Il caso è abbastanza comune: la società dilettantistica dove ha giocato mio figlio da quando ha iniziato a tirare i primi calci pretende da una società professionistica di serie A, che lo vorrebbe tesserare per la prossima stagione, il pagamento dell’intero premio di preparazione, che si aggira intorno ai 20 mila euro. Quest’ultima però non vuole pagare l’intero premio e, quindi, mio figlio rischia di vedere tramontare il suo sogno non dico di diventare il nuovo Ronaldo, ma almeno quello di non poterci neanche provare. Come si può fare? Una provocazione: si spendono centinaia di milioni di euro per acquistare Ronaldo e non ci sono i soldi per tesserare un giovane calciatore che chiede solo di giocare a calcio!? Franco
Gentile Franco,
non è la prima lettera che riceviamo con questo contenuto. In effetti, il premio di preparazione di cui all’art. 96 delle Norme Organizzative Interne della FIGC rappresenta un problema per molti ragazzini in quanto questi ultimi rischiano di rimanere senza squadra dato che le società che richiedono per la prima volta il tesseramento come “giovane di serie” o “giovane dilettante” di calciatori che nella precedente stagione sportiva siano stati tesserati come “giovani” (e suo figlio è inquadrabile come calciatore “giovane” con vincolo annuale) sono tenute a versare alla o alle società per le quali il calciatore è stato precedentemente tesserato un “premio di preparazione” sulla base di un parametro, raddoppiato in caso di tesseramento per società professionistiche. Un parametro che può sfiorare anche i 20 mila euro e che le società professionistiche vorrebbero vedersi scontato da quelle dilettantistiche con l’escamotage, molto diffuso, di una “scaletta” che possa accontentare tutte le parti in causa e che consiste in una parziale rinuncia al premio da pagarsi nel suo residuo nel tempo e in base ai risultati sportivi ottenuti dai giovani calciatori.
Consiglio, pertanto, di cercare di fare da “paciere” tra le parti in causa, magari chiedendo l’ausilio anche a un procuratore (consulente, avvocato, ecc.) che non va sempre visto e vissuto solo come un avvoltoio! La sua intermediazione, nel caso di specie, potrà rivelarsi più che importante!
E ora passo la palla agli utenti del calciomercato.com dando in pasto la sua provocazione: è giusto che si spendano centinaia di milioni di euro per acquistare Ronaldo e non ci siano i soldi per tesserare un giovane calciatore che chiede solo di giocare a calcio?