Contro Malagò: “La riduzione degli stranieri danneggia i procuratori!”
Fonte: Lettere a un procuratore www.calciomercato.com
Gentile Collega,
scrivo per denunciare l’ennesimo affronto alla categoria dei procuratori sportivi: la volontà – espressa dal Presidente del Coni Malagò – di ridurre il numero dei calciatori extracomunitari . Ha, infatti, dichiarato: “…ci sarà una riduzione che riguarderà gli sport di squadra, la pallacanestro, la pallavolo, ma anche e soprattutto il calcio…”. Noi procuratori, pertanto, dovremo abbandonare le nostre strategie di lavoro. Io, per esempio, ho investito tempo e denaro sia in Sudamerica che in Africa nell’attività di scouting, inseguendo il sogno di portare qualche talento ancora sconosciuto nel nostro campionato. Ma una mattina si alza dal letto il Presidente del Coni Giovanni Malagò e dichiara che occorre ridurre il numero degli stranieri nel nostro campionato. Perché? Perché l’Italia non giocherà i mondiali in Russia e, quindi, bisogna correre ai ripari riducendo il numero degli stranieri tesserabili nel nostro campionato. Non sono d’accordo per un duplice motivo: 1) non è questa la ricetta per migliorare la qualità del nostro calcio; 2) bisogna, invece, intervenire con un lavoro programmatico sui giovani a partire dalle scuole calcio. La guerra agli stranieri mi pare, invece, solo propagandistica, populista e contro ogni logica di mercato. Che il mercato venga lasciato nelle nostre mani e in quelle dei dirigenti dei club, senza l’ingerenza del Coni! Mino
Gentile Mino,
intanto il tuo nome è già un programma. Sei Raiola o un suo omonimo? Dal punto di vista dei procuratori che operano in campo internazionale, è normale che questa novità creerebbe qualche limitazione importante per le operazioni di stranieri in entrata nel nostro campionato. Ma sulla bilancia degli interessi in gioco risulta più logico cercare di tutelare gli interessi del nostro calcio che quelli degli intermediari. Detto questo, ritengo che la riduzione del numero degli extracomunitari non possa essere considerata la panacea di tutti i mali del calcio italiano; sono, infatti, d’accordo con te, caro Mino, che bisognerebbe intervenire sul calcio giovanile con programmi e idee nuove copiando e migliorando i modelli delle consorelle europee: Inghilterra, Germania, Francia e Spagna.