Un giovane procuratore: “Senza codice deontologico mi rubano i calciatori”

Fonte: “Lettere a un procuratore” www.calciomercato.com

Gentile Procuratore,

sono un giovane collega che con difficoltà sta cercando di crearsi un proprio spazio nel mondo del calcio. Sono qui a denunciare il comportamento dei procuratori più affermati che non guardano in faccia nessuno e che senza scrupoli sottraggono i calciatori a chi da anni li seguiva con professionalità e serietà. Nel regolamento per i servizi del procuratore sportivo entrato in vigore il 1° aprile 2015 non c’è traccia neppure di un codice deontologico, il che sta a significare che nella nostra attività ogni mezzo è lecito per rubare un calciatore a un altro procuratore; e in questi furti molto spesso c’è lo zampino delle società che dividono i proventi delle commissioni con il procuratore dalle stesse favorito e consigliato ai loro tesserati. E’ uno schifo che deve finire! Alessandro ’92

Gentile Alessandro,

concordo, essendo un dato di fatto, che non esiste nel regolamento vigente un codice deontologico che detti delle regole comportamentali per i procuratori. E’ però al vaglio un nuovo regolamento che potrebbe entrare in vigore con la nuova legge finanziaria e che andrebbe a istituire presso il Coni il “Registro Nazionale degli Agenti Sportivi“; ci si auspica, quindi, che vengano inserite regole deontologiche e che, soprattutto, le stesse vengano fatte rispettare con la introduzione di pesanti sanzioni per chi, invece, le disattenderà. Va, tuttavia, fatto presente che in regolamenti precedenti a questo (chiamato non a caso “deregulation”) non è mai mancata la previsione di un codice deontologico. Sussistenza o meno del codice deontologico, quindi, la cattiva abitudine tra procuratori di “rubarsi” i calciatori tra loro sarà sempre un male, un problema, un scorrettezza difficile da estirpare.

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