Senti Mister Seleman, il beato tra le donne (del calcio), ad allenatore del settore giovanile della Roma nel calcio maschile!

L’appuntamento è al bar Victoria, sulla Tiburtina, quasi un segno del destino. Il cielo è di un azzurro perfetto, immacolato. Arrivo per primo. Lo vedo arrivare a passi energici e aspira, agitato e curioso l’aria di quel posto, un’aria fresca e piacevole. Ha la faccia magra e curata. Indossa una nuova maglia blu scuro della Roma, la sua squadra del cuore,  con lo stemma che campeggia sulla sx, a dx il simbolo viola della NIKE. L’ottimismo, la fede illimitata nel calcio, una febbre di invenzioni, di iniziative, l’ebbrezza di conoscere la nuova realtà calcistica, gli apre nuovi orizzonti e immense prospettive. A.S. possiede tutte le promesse di un grande avvenire; una profonda cultura e abilità calcistica, unita ad un’ambizione ardente. Il suo modello, precisione sulla palla, alternativa di combinazioni strette e di repentini allargamenti sulle ali, un gioco tenuto prevalentemente rasoterra, o come dicevano pittorescamente i vecchi ungheresi, con pallone “sotto erba”, è stato per alcuni anni nel femminile una vera formula artistica, costellata di tante vittorie e solo qualche sconfitta. Si siede comodamente per l’ intervista. Prendiamo con piacere un caffè. A.S. sa di calcio. Un bombardamento di odori evocativi che mi riporta indietro più veloce di un Boeing. Ogni sport e anche il calcio hanno un odore, e bisogna riconoscerlo. Non è un odore assoluto. E’ un misto di circostanze sensazioni, una miscela di romanticismo e chimica organica. Quanto al gioco, esso troverà nella sua sorprendente bellezza, una ragione per sopravvivere nel nostro cuore.

INTERVISTA a Mister A. Seleman

E’ il tuo primo contratto da allenatore professionista nel maschile. Cosa hai provato quando hai apposto la tua firma?

Più di un contratto, è la possibilità di allenare in una squadra professionistica così importante .Mi ha regalato una grande emozione. Per me, far parte dell’A.S. ROMA è motivo di grande orgoglio.

Pensi che passare dopo alcuni anni, dalla ctg femminile al maschile, possa non riempirti bene a livello di motivazioni?

Nel femminile ho passato anni meravigliosi, intensi e pieni di motivazioni. Ho rifiutato squadre maschili perché  in quel momento non erano la mia priorità. Ma quando arriva la Roma, tutto cambia. Le motivazioni arrivano alle stelle. E poi la voglia di confrontarsi con dei professionisti è grande.

E’ una grande opportunità. Credi che in questa nuova realtà maschile potrai crescere e fare bene?

Si è vero. E ’un’opportunità che non ti capita tutti i giorni, e voglio farmi trovare pronto. Metterò in campo umiltà, passione e competenze, che sono le mie basi per fare calcio, e sono sicuro che potrò solo crescere e migliorare  in una società come questa.

Secondo te il calcio è malato?

Il risultato è che i giovani, le ragazze, si allontanano dallo sport, e questo significa aver fallito. Non si può sottovalutare il ruolo sociale del calcio. Il calcio non è che sia malato, ma alcune volte ci sono delle esagerazioni su ogni aspetto. Poi se sempre più ragazze e ragazzi mollano tutto, questo perché ci sono sicuramente dei problemi. Nel femminile c’è chi sa far bene calcio con passione e competenze, e chi invece no: e molto spesso hanno un danno le ragazze che magari hanno vincoli pluriennali e non vengono svincolate, o comunque trovano realtà dove si fa un  calcio meno professionale e non essendo spesso pagate, non possono permettersi di andare a giocare in un’altra città e quindi preferiscono smettere. Ora con l’arrivo del maschile molte cose stanno cambiando, e le ragazze più pronte potranno avere delle grandi opportunità che meritano di giocarsi.

Quale è la tua qualità più grande?

Non lo so…. So che mi porto dietro mille difetti. Forse la ricerca spasmodica, continua del dettaglio. E la voglia di migliorarmi sempre. Mi piace sentire parlare ogni tipo di allenatore, leggere tutto ciò che parla di calcio, perché  penso che in ognuno di loro ci può essere qualcosa dove posso costruire una mia idea di calcio,un’esercitazione  dove lavorare su qualche principio…..

Cesidio Colantonio