Cosa succede quando un calciatore dilettante passa al professionismo?

Fonte: www.calciomercato.com

Il calciomercato non è solo quello dei grandi nomi e dei grandi ingaggi. Dai campionati dilettantistici possono all’improvviso fare capolino nelle serie maggiori giovani calciatori provenienti dalla L.N.D.

Calciomercato.com ha rivolto all’Avv. e procuratore sportivo Jean-Christophe Cataliotti, titolare dei workshop per aspiranti osservatori e procuratori sportivi (info su www.footballworkshop.it), alcune domande sui risvolti economici del passaggio di un calciatore dilettante al calcio professionistico alla firma del primo contratto da professionista.

Cataliotti che cosa accade quando un calciatore dilettante firma il primo contratto da professionista?
“La risposta è contenuta nell’art. 99 delle NOIF, secondo il quale: “A seguito della stipula da parte del calciatore “non professionista” del primo contratto da “professionista”, la società che ne acquisisce il diritto alle prestazioni è tenuta a corrispondere alla società, per la quale era tesserato il calciatore, un premio di preparazione e formazione tecnica determinato secondo l’allegata tabella…””.

Questo premio è sempre dovuto?
“No, il premio non è dovuto nel caso in cui il calciatore, al momento della sottoscrizione del primo contratto da professionista, non sia più tesserato per la società dilettantistica. Inoltre, nel caso in cui una società della Lega Nazionale Dilettanti sia ammessa al Campionato di Lega Pro ha diritto a stipulare con i propri calciatori già tesserati quali “non professionisti”, il primo contratto da professionista come previsto dall’art 116 N.O.I.F.

Se  decidesse di non avvalersi del diritto di tesserare i propri calciatori, avrebbe diritto al premio soltanto se questi ultimi stipulassero il primo contratto di “professionista” con altra società entro il 30 settembre della stessa stagione”.

A quanto può ammontare il premio?
“L’importo relativo al premio non può superare quello predeterminato nella tabella federale (es. un calciatore proveniente dalla serie D e tesserato in serie A verrebbe a costare alla società di destinazione 93 mila euro!), mentre può essere inferiore solo con accordo scritto tra le due società, il quale accordo deve essere inviato per conoscenza all’Ufficio del Lavoro della FIGC entro 90 giorni dalla sottoscrizione.

Il pagamento del premio avviene tramite la Lega cui è associata la società obbligata.

Tale premio è certificato dall’Ufficio del Lavoro della FIGC su richiesta della Società dilettantistica, associata quindi alla L.N.D., titolare del precedente tesseramento”.

E in caso di controversie che cosa accade?
“Le controversie relative al pagamento del “premio di addestramento e formazione tecnica” spettante alle società della LND sono devolute alla Commissione Vertenze Economiche. L’interessata deve inoltrare reclamo entro il settimo giorno dal ricevimento della relativa comunicazione dell’Ufficio del Lavoro, nel rispetto delle modalità previste dall’art. 33 del Codice di Giustizia e del’art.96 comma 3 delle N.O.I.F.

Le controversie in materia di premio di addestramento e formazione tecnica non definite con decisione passata in giudicato (quindi suscettibili di essere modificate in appello) alla data di approvazione del nuovo testo dell’art. 99 appena esaminato sono disciplinate da quest’ultima norma”.

Facciamo un esempio per comprendere meglio che cosa accade se una società di serie A dovesse ingaggiare un calciatore dilettante…
“In pratica, se una società di serie A facesse firmare un contratto da professionista ad un calciatore non proveniente dal proprio settore giovanile (perciò vincolato per altra società della LND o da società promossa in Lega Pro) e il calciatore dovesse tesserarsi con autonoma sottoscrizione con la società di serie A, quest’ultima sarebbe tenuta a pagare un premio di € 93.000 se il calciatore ha meno di 21 anni e di € 83.000 se il calciatore ha un’età compresa tra i 21 e i 25 anni”.

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