L’accusa: “I genitori dei calciatori sono il vero male del calcio!”

Fonte: “Lettere a un procuratore” www.calciomercato.com

Caro Collega,

sono un giovane procuratore da tre anni iscritto all’elenco della FIGC. Ti leggo sempre con piacere anche se considero questa rubrica troppo filo-genitori. Questi ultimi, infatti, trovano ogni settimana spazio per denunciare le malefatte del mondo del calcio, lanciando anatemi contro le società e contro gli stessi procuratori. Sai bene, invece, caro collega che i genitori dei calciatori sono il vero male del calcio. Per due motivi principalmente che qui riassumo: 1. perché caricano di troppe responsabilità i loro figli calciatori; 2. perché non sono mai sinceri con nessuno, e, quindi, sono capaci di vendersi al miglior offerente. Io, nella mia breve esperienza, ho perso procure di giovani calciatori perché sono arrivati procuratori più affermati del sottoscritto che hanno comprato i genitori per ottenerne la fiducia a discapito di quella che faticosamente ero riuscito a conquistarmi sul campo. Sono i genitori che fanno il bello e il cattivo tempo, sono loro il cancro da estirpare. Sono loro che vogliono vivere alle spalle dei figli che sanno tirare due calci di fila a un pallone. Secondo me, per chiudere, i genitori non dovrebbero neppure assistere alle partite di calcio. Procuratore ’89

Gentile Procuratore ’89,
parto dalla tua ultima affermazione, secondo la quale i genitori non dovrebbero nemmeno assistere alle partite di calcio dei loro figli calciatori. Non posso sottoscrivere neppure una parola. I genitori hanno il sacrosanto diritto di seguire le partite dei loro figli per poter condividere con loro le gioie e i dolori di cui il calcio è foriero. I genitori non possono essere ridotti a meri tassisti che portano i figli a scuola, agli allenamenti o alle partite di calcio. Quindi spezzo una lancia a favore dei papà e delle mamme, purché, ovviamente, il loro comportamento sugli spalti sia sportivo e corretto. Quanto alle accuse di cui ai punti 1 e 2, cerchiamo di fare chiarezza. Circa il punto 1) concordo che i genitori dovrebbero evitare di responsabilizzare eccessivamente i loro ragazzi visto che, dati alla mano, solo l’1-2% di calciatori dei settori giovanili troverà spazio nelle prime squadre. E quindi che insegnino ai figli l’amore per lo sport indipendentemente dal raggiungimento di traguardi professionistici; sul punto 2) registro ancora una volta la denuncia di un procuratore a cui vengono sottratti i propri assistiti da altri procuratori, evidentemente più forti (economicamente) e affermati che “comprano” la fiducia dei genitori. Caro collega, le parti del misfatto sono due in questo caso, genitori e procuratori. Che si cominciassero a fare nomi e cognomi agli organi della giustizia sportiva e ordinaria, anziché limitarsi a denunciare questi episodi genericamente. Se ti hanno scippato un calciatore, con stratagemmi poco chiari di cui però dovrai averne le prove, rivolgiti a chi di dovere, ma non a chi in questo istante ti sta rispondendo (che di scippi ne ha ricevuti già abbastanza!).
Un solidale abbraccio
Jean-Christophe Cataliotti

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